sottotitolo: faccia di cazzo!
Fino a poco tempo fa avevo una mia personalissima concezione dei reati. Pensavo, ed ero convintissimo, che fossero tutti uguali. Il ladro? Sempre ladro, a prescindere da cosa e quanto aveva rubato. L’assassino? Idem. A prescindere da come e quante persone aveva ucciso.
Poi però, continuando a sfogliare i giornali, maledetta voglia di leggere, ho cominciato a nutrire qualche serio dubbio. Per esempio, non posso paragonare una vecchietta pescata a rubare un pacco di riso al supermercato per evitare di dimagrire ulteriormente, a Batman che ruba milioni di euro per ingrassare come un porco.
Insomma, mi sono detto, non è mai tutto bianco o tutto nero. D’altro canto, il mondo è pieno di sfumature. Ogni colore ha svariate sfumature. Anche il sesso ha le sue 50 sfumature di grigio, di nero e di rosso.
A proposito di sesso, che è un discorso che piace un po’ a tutti, il papa torna a parlare di gay e di famiglia. Sembrano avere un chiodo fisso sti preti… sempre a parlare di sesso. Insomma, c’insegnano come farlo, quando farlo ma soprattutto con chi farlo. Ma poi, dico, cosa ne sanno i preti del sesso se quelle poche volte (non poi così poche) che vengono beccati a fare sesso è con i bambini?
Parlate di pace… parlate d’amore ma non venite a parlarci di sesso per carità. Del resto sappiamo tutti che il sesso e l’amore sono due pianeti distinti e separati.
Ma la pace? Cosa c’entra la pace con il sesso? Ecco. Questa è la prova che il papa di sesso non ne capisce un cazzo.
“I gay sono una minaccia per la pace… sono un’offesa contro la verità della persona… una ferita inflitta alla giustizia e alla pace” ha detto papa Benedetto XVI. Ma se i gay rappresentano una minaccia per la pace, l’odio racchiuso in queste frasi cosa rappresenta?
A mio avviso, un individuo che dice determinate cose ha solo un gran bisogno di scopare un po’ di più. Non si spiega altrimenti.
Eppure, i detentori della ricetta della pace, lo sponsor ufficiale dell’amore, l’alfa, il bene per antonomasia, vomita in continuazione anatemi di odio.
L’ultimo esempio è quello di don Piero Corsi. “Femminicidio? La donna se la cerca”!
Ad uno così in effetti non gli dici nemmeno “testa di cazzo” mentre recita il vangelo. Don Piero Corsi, non è assolutamente nuovo a certe esternazioni, la precedente era un insulto all’Islam.
Il parroco deficiente però, si era ispirato ad un articolo di Bruno Volpe, redattore di pontifex.roma.it che non si capisce quanto sia ufficiale come voce pontificia. Si capisce però quanto è fondamentalista e bigotto tutto il giornale on line.
Bruno Volpe, che paragona gli aborti alle stragi, e qui tutta la sua intelligenza, afferma che spesso la donna, vittima di uomini violenti, se la va anche un po’ a cercare.
Lui la ricetta ce l’ha. Proibire vetrine di lingerie che inducono al peccato.
Il problema vero è che fino ad oggi non abbiamo ancora sentito la notizia di qualche genitore che ha letteralmente strappato le palle al prete pedofilo che ha abusato del proprio figlio.
Ecco, allora vorrei ascoltare il giudizio di PontiSex e di quel volpe di un Bruno. Cosa direbbero? L’evirazione sarebbe o no la conseguenza di una provocazione ben più grave di una bella guepiere ben indossata?
Sono sempre più convinto che il problema dei preti, da PontiSex a don Piero Corsi è che scopano decisamente poco e male!