Gli italiani cercano lavoro vicino a mamma e papà. Eh si. Lo ha detto il ministro Cancellieri. Ah ecco. Per questo poi ci lamentiamo che non si trova lavoro. E ha ragione la Cancellieri allora. Ha ragione per due motivi sostanziali. Il primo di questi motivi è il più ovvio e consiste nel fatto che ha ragione in quanto più ricca di chi cerca lavoro, e il secondo perché è parlamentare. Ma io ci ho pensato bene a questa cosa e in effetti ha ragione davvero il ministro Cancellieri. I romani vogliono il lavoro a Roma, i napoletani a Napoli, i milanesi a Milano, i palermitani a Palermo, i bolognesi a Bologna e così via. Difficile da accontentare tutti in effetti. Questi bamboccioni napoletani potrebbero andare a Milano a trovarsi un lavoro, e i milanesi a Roma. I romani a Palermo e i Palermitani a Bologna. Con tutto il lavoro che c’è lo cercano proprio sotto casa di mamma e papà? Ma la mamma e il papà, di chi sono? E dov’è questa mamma e questo papà? No perché… io voglio capire. Me lo dice anche mio figlio quando gli do una risposta evasiva “papà io voglio capire”… e mio figlio ha solo 7 anni. Quando ne avrà 25 e cercherà un lavoro, e un ministro deficiente gli dirà di non cercarselo vicino a mamma e papà, lui sicuramente gli chiederà di capire. Allora diciamo che a Napoli il lavoro non c’è, perché a Napoli, a parte quello che ti offre Cosentino, il lavoro non c’è. Va bene. Vado a Milano. Ma se a Milano il lavoro c’è, perché il milanese non dovrebbe ambire a guadagnarsi un posto di lavoro a Milano? Al limite potrebbe trasferire la sua mamma e il suo papà in un ospizio a Bari, così da raggirare l’ostacolo Cancellieri. Sempreché questi abbiano una loro pensione, altrimenti, anche loro sono soggetti alla teoria Cancelliera. E se malauguratamente anche la mamma e il papà hanno ancora la mamma e il papà? Un bel casino anche questo. Ma il milanese non vuole chiudere mamma e papà in un ricovero per anziani, ma non vuole nemmeno essere insultato da un ministro imbecille. E allora che fa? Bel dilemma questo. Si trasferisce a Napoli, lontano da Milano, non vicino a mamma e papà, ma lontano da Bari, dove ha parcheggiato mamma e papà. Mi piace il concetto espresso dalla Cancellieri. Veramente sopraffino. Un bel casino questo mercato del lavoro. Peggio dei mercati generali. Ma tanto c’è lo stato che ti aiuta. Non puoi pagarti l’affitto con lo stipendio da precario di un lavoro rabattato lontano da casa di mamma e papà? Non importa, lo stato ti presta i soldi. E sai perché te li presta? Perché sa che prima o poi il tuo lavoro da precario finirà come tutti gli altri lavori da precario e tu non sarai in grado di saldare il debito. Allora viene Equitalia, organo statale, e si porta via anche la tua macchinina… tanto adesso non ti serve più per andare a lavoro perché un lavoro non ce l’hai più. È bello sentire i nostri amministratori, governanti prenderci in giro ogni secondo. Il posto fisso è monotono, bamboccioni, vogliamo lavorare vicono a mamma e papà, laurearsi a 28 anni è da sfigati eccetera eccetera eccetera. Per fortuna che c’è Monti a calmare le acque. Oggi, nel fior fiore della sua lagnante pacatezza, ha detto: “dobbiamo essere tutti pronti a rinunciare a parte dei nostri privilegi”! Cosa? Che? Mi viene da piangere come una Fornero. Il privilegio sta all’impiegato statale come il sacrificio sta alla Fornero! Ecco, la proporzione è perfetta. Vogliono tutti il posto fisso in Italia ma gli unici ad avercelo sono i politici.
