Un amico, indeciso come molti oggi in Italia, mi ha chiesto perché io voto no al prossimo referendum costituzionale. Sono lusingato dalla sua richiesta e a dire il vero non vorrei spacciarmi per chissà quale esperto giurista costituzionale, però un po’ mi sono documentato e, forse, una spiegazione terra terra riesco anche a darla.
Tolta infatti quella maggioranza di caproni che vota SI solo perché gli è stato detto di farlo, o perché da sempre il suo partito è il PD qualunque cosa il PD dica e faccia, maggioranza che io definisco di “decelebrati con cervello in affitto”, il resto è gente pigra che si accontenta della definizione “almeno qualche riforma questi la fanno” oppure quei politici corrotti e collusi con i poteri forti dell’intero pianeta.
Io, oltre a una questione di merito, voto no al referendum perché quelli che votano SI non mi dicono proprio nulla di confortevole.
Ad esempio, vota a favore di questa riforma costituzionale, Giorgio Napolitano, l’unico presidente della Repubblica che si è fatto rieleggere. L’artefice della tirannia democratica a cui siamo soggetti oggi, che con un colpo di stato disarmato, ha destituito un governo legittimo, l’ultimo Berlusconi, e ribaltato la maggioranza, prima con Monti, poi con Letta ed ora con Renzi, ultimo zerbino di un sistema bancario internazionale che manipola governi e popoli.
Tra i tanti, vota SI al referendum Pierferdinando Casini, parlamentare da 33 anni. Vota si Fabrizio Cicchitto, parlamentare dal 1976 e tessera della P2 numero 2232. Vota SI al referendum Roberto Formigoni, parlamentare da 21 anni e condannato a risarcire 5000 euro a Rai 3, non li paga perché una legge del 1965, sancisce che lo stipendio dei parlamentari è impignorabile. Poi vota SI al referendum Vincenzo de Luca, Sandro Bondi, Sergio Marchionne, Fabrizio Lupi, Denis Verdini, Maria Elena Boschi, Beatrice Lorenzin, Angelino Alfano e così tanti altri che ci passeremmo la vita a leggerli tutti. Più che un curriculum, hanno tutti una fedina penale ben colorita.
Ovviamente, vota si Matteo Renzi. Il politico più bugiardo della storia della Repubblica e anche il più pericoloso.
Il pericolo più grande nasce proprio dalla volontà di attuare le riforme alla costituzione scritte altresì, da Verdini, condannato per corruzione e con una sfilza di processi ancora aperti a suo carico:
- Caso di violenza sessuale: assolto;
- Caso de La Maddalena: accusa di concorso in corruzione;
- Caso della P3: rinvio a giudizio per corruzione;
- Caso de L’Aquila: prosciolto;
- Caso della P4;
- Caso del Credito Cooperativo Fiorentino: rinvio a giudizio per truffa e bancarotta;
- Caso dell’immobile in via della Stamperia: rinvio a giudizio per finanziamento illecito e truffa;
- Caso Settemari : accusa di truffa;
- Caso dell’appalto della Scuola Marescialli: 2 anni in primo grado per concorso in corruzione;
- Caso della Toscana Edizioni: accusa di bancarotta.
Cosa c’è scritto quindi in queste riforme? Intanto nell’urna leggeremo la seguente frase:
“Approvate voi il testo della legge costituzionale concernente “Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione”.
Detta così, per bacco, resuscita anche i morti questo quesito, peccato che è falso anche questo. Intanto il bicameralismo non si supera affatto, resta la Camera dei Deputati e resta il Senato, anche se con poteri molto ridotti. Vero, sarà di 100 Senatori invece che 315, ma saranno scelti dai consiglieri regionali e dai sindaci delle regioni, vale a dire che depaupera il popolo sovrano di un diritto: l’elezione dei senatori.
Il Senato, inoltre, non potrà più porre la fiducia al governo, compito che spetterà solo alla Camera dei Deputati, potenzialmente eletta con il maledetto Italicum. L’Italicum infatti, è un sistema criminale, quasi tirannico, di eleggere i propri governanti. Che poi i governanti non sono quelli che sceglie il popolo ma quelli che scelgono i partiti con il sistema delle liste bloccate, cioè i nomi di chi eleggere li decide il partito a cui appartengono.
Il sistema è basato fondamentalmente su un mega premio di maggioranza che assegna il 54% dei seggi alla Camera dei Deputati al partito che supererà il 40% dei voti. Se questo non avviene al primo turno, si andrà al ballottaggio tra i due partiti che hanno ricevuto più voti. Questo significa che se vanno al ballottaggio due partiti che hanno ricevuto entrambi il 20/25% dei consensi, a guidare l’intero paese ci sarà un governo che rappresenta solo un Italiano su 4. I vincitori, avranno 340 deputati su un totale di 630. Il premier sarà il capo indiscusso della nazione, non avendo più “nemici” da combattere e dovendo dar conto ad una sola camera.
Ed ancora, prima per promuovere una legge di iniziativa popolare, bastavano 50000 firme, con la riforma ce ne vorranno 150.000, limitando ancora di più la libertà dei cittadini, così come per i referendum abrogativi, da 500.000 firme necessarie fino ad oggi, dal 5 dicembre in po ce ne vorranno 800.000.
Ecco. A parole mie ecco perché voto no al prossimo Referendum Costituzionale. E poi, se vince il NO, assisteremo all’ennesima bugia del premier: “Se vince il NO mi dimetto!”