Io sono Dio

Abbastanza luce per credere… Abbastanza buio per dubitare

Metteteci Dio

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Ho voglia di stare solo e schiarire il buio che porto dentro, dove si nascondono le risposte alle mille domande. Mi affanno, arranco, mi aiuto con le mani, tasto le pareti per non perdere l’orientamento, per arrivare all’interruttore… ma non lo trovo. E le domande sono sempre la, in attesa che ogni punto interrogativo si trasformi in una risposta. Solo domande però, e nessuna risposta. Poniamole a Dio allora tutte queste domande. A chi? A Dio! Ecco la prima domanda… a chi? Dov’è Dio? Chi è Dio? Cos’è Dio? Cosa fa Dio mentre sgozzano un bambino di 2 anni? Cosa fa Dio mentre si consumano guerre nel nome del dio petrolio? Cosa fa Dio mente l’uomo uccide se stesso? Mentre uccide una sua creatura? Con quale diritto lo fa? E cosa fa Dio nel frattempo? Sta a guardare? In cosa si manifesta l’esistenza di Dio oggi? In mille bimbi che nascono per ogni bimbo sgozzato? E cosa fa Dio mentre nascono i mille bimbi, 999 dei quali, nascono dove non sanno cosa mangiare? Sta a guardare? Sta a guardare la perfezione della macchina di morte che ha messo in vita? O sta a guardare compiaciuto perché la distruzione dell’uomo è la giusta punizione, la giusta vendetta, per quello che è stato fatto a suo figlio 2000 anni fa? Ma a noi ci è stato donato il libero arbitrio. Hanno provato a chiedere al bimbo di 2 anni sgozzato se aveva voglia di morire o di vivere? E lo hanno chiesto a tutti i bimbi violentati e uccisi se preferivano una esistenza diversa? E perché mai il libero arbitrio è sempre una opzione per chi prevale e non per chi subisce inerme e inerte? Allora chi deve spiegarci che Dio esiste? Per caso i testi sacri che si leggono in chiesa? Dove c’è scritto che “la morte è il momento più significativo della nostra esistenza”. Quale contraddizione più ridicola può superare l’ipocrisia di questa affermazione? Cosa c’entra la morte con l’esistenza di un individuo? Di quale esistenza si parla? Metteteci Dio allora sul banco degli imputati, come dice una canzone. “Giudicate anche Lui con noi, e giudicatelo voi, bravi cristiani”! Si voi, voi che predicate nei templi sacri e razzolate come comuni mortali. Spiegatelo voi che la regola della natura, per la quale un genitore non debba mai vedere un figlio che muore, spesso, come tutte le regole, deve essere infranta per potersi definire “regola”. E spiegatelo voi a quei genitori che stavolta è toccato a loro sopportare il dolore di Giobbe. Spiegatelo voi che la resurrezione di Cristo non è per niente uguale alla resurrezione che per noi tutti verrà invocata durante l’ultima benedizione del nostro corpo. E se è resurrezione dell’anima, come mai per Cristo si è fatta una eccezione biblica ed è risorto anche il corpo? E spieghino a me perché un assassino debba avere la stessa commiserazione in punto di morte di un povero Cristo. Mi spieghino perché se in punto di morte siamo tutti uguali, non lo siamo in vita? Nio

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