Credo in un solo Dio, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. E la mia memoria si ferma qui. La catechista di più non riuscì a fare. Letizia. Era carina. Era la mia fidanzata ma lei non lo sapeva. Non riuscì ad infondermi la preghiera cattolica per eccellenza e non andò più avanti della prima bugia.
Non riuscì ad impormi il credo che qualcun altro le aveva imposto perché a lui era stato imposto a sua volta da un credente credente che aveva ricevuto a sua volta eccetera eccetera eccetera.
Così, violentati sin da bambini, col terrore dell’inferno, matura con noi, man mano che il secchio degli anni si fa sempre più pesante, la fede cristiana. Muta come i lineamenti del viso e, dall’infantile “terrore dell’inferno”, a volte, diventa quella sana propensione per il prossimo, patrocinato quasi totalmente dal clero, come se fossero loro e solo loro il bene.
Questa maturazione anagrafica però, non sempre coincide con una mutazione canonica della fede. A volte Satana l’ha vinta sul bene. Se Satana rientra in quell’insieme di “tutte le cose visibili e invisibili” è ancora da appurare ma questo dogma non è oggetto dell’argomento. Certo se una concezione del male così sopraffina rientrasse tra le opere d’arte del Padreterno, ci sarebbe da guardarsi le spalle da uno come Dio.
Ma torniamo all’inutile mutazione della fede inculcataci coattivamente quando ancora il subconscio riesce a razionalizzare Cappuccetto rosso e Biancaneve. Come tutte le favole, anche quella del paradiso deve rientrare nel bagaglio fantastico dell’immaginazione puerile.
Fino a soli 200 anni fa, la chiesa non usava le belle catechiste per diffondere il verbo ma brandiva la spada e portava al rogo i cosiddetti eretici. I mezzi di persuasione certo, erano più efficaci di quelli attuali e ai bambini non veniva spiegata la differenza tra Lucifero e l’Arcangelo Gabriele.
L’unica opzione per loro era “Cristo” e senza via d’uscita. Le vie del Signore, a quei tempi, non erano ancora infinite ma la strada era unica e piena di insidie.
Oggi, che anche il Papa ha il suo account su facebook, è tutto più facile e divertente. Il catechismo di domani te lo fai a casa davanti al tuo pc e dopo l’invenzione del telelavoro, chissà, inventeranno anche il telesacramento?
Risulta tuttavia un po’ complicata l’unzione con oli e acque sante varie, inoltre sarebbe complicato sistemare un neonato davanti a un monitor in attesa del battesimo e visto che il battesimo va “inflitto” in età pienamente incosciente, quando il principio del libero arbitrio va a farsi friggere, per il telesacramento dovremo aspettare il teletrasporto.