Sta diventando un bel quadro, e invece dell’aroma del caffè, per strada l’odore che prevale è quello dell’immondizia.
I bambini non corrono più tra i cassonetti. I cassonetti non si vedono più. Sono sommersi da sacchetti.
Giocano a calcio emulando i campioni di una volta del grande Napoli, quello attuale è anch’esso da far diventare presto un lontano passato da dimenticare. Il portiere di turno si trova a parare tra due pali che pali non sono, ma due sacchetti della spazzatura.
Intanto prosegue la guerra tra amministrazione e camorra, per quali discariche usare. Continua il grande dilemma tra discariche abusive della malavita e progetti di inceneritori. Continua il dilemma tra possibili vere e proprie epidemie e riciclo dei rifiuti, tra affari letteralmente sporchi che portano solo introiti alla malavita e nuovi posti di lavoro.
Ma ogni volta che l’amministrazione propone un luogo ove poter costruire un inceneritore, la popolazione locale scende in campo contro le istituzioni a protestare. Vogliono l’inceneritore, ma lo vogliono in una città che non sia la loro, e casomai, poi salgono sul tetto di un palazzo in pieno centro per reclamare un posto di lavoro proprio nel nuovo inceneritore costruito nella città confinante.
Intanto la tassa per i rifiuti a Napoli e dintorni, è tra le più alte d’Italia. Proprio dove il servizio funziona peggio che da qualsiasi altra parte d’Italia, la tassa dovuta dai cittadini è la più onerosa. Pagare per cosa quindi? Per vedere i cassonetti una volta al mese? Proprio così, il problema sta diventando quasi, vedere i cassonetti, non vederli vuoti ma semplicemente vederli.
Ogni tanto però la popolazione insorge; e cosa fa? Incendia le montagne di rifiuti.
Questo è il lampo di genio di qualche facinoroso che si sente un dio quando incitato dalla folla ignorante, ad appiccare il fuoco. Come a dire, voi non raccogliete l’immondizia che sporca? E io la incendio, così dallo sporco si passa all’inquinamento. Come il marito che per far dispetto alla moglie, si taglia l’estremità che di solito si usa per la riproduzione della specie umana.
Nonostante il positivo aumento di turismo, che rischia di ricominciare a scomparire a causa della criminalità, il degrado di Napoli e dei paesi limitrofi, continua ad aumentare. Degrado ambientale e sociale purtroppo.
Questa è l’immagine di Napoli che gli stranieri porteranno a casa al loro ritorno: l’immondizia, la sporcizia, il timore di una rapina o addirittura il ricordo di essa, e casomai, qualche segno permanente sulla pelle.
Le leggi a Napoli esistono, sono quelle non scritte ma dettate dalla malavita, dove per 50€, un ragazzino fa il palo mentre si spaccia droga, o per 200€ si può commissionare un omicidio.
Senza la cultura della legalità, in questi luoghi non è difficile che queste attività trovino terreno fertile e sembra che questo tipo di cultura qui, non ce la vogliono davvero portare.
Le ragazzine corrono dietro ai guappi figli dei “don”, appellativo ancora vergognosamente usato in questi luoghi, perché girano in macchine sportive cabrio, moto da strada con le quali irresponsabilmente sfrecciano a 100 all’ora nel traffico e senza casco, soldi facili e tanti in tasca e divertimento assicurato.
Qui le istituzioni non riescono proprio a prendere piede. La sana pianta della legalità non riesce a crescere e i sogni dei giovani sfuggiti alla delinquenza prendono strade sempre più lontane da Napoli.
Anche il mio sogno sarà lontano da Napoli: il mio sogno è far crescere mio figlio in un mondo civile.