E che si fa? Domani è un altro giorno certo, un altro dei tanti giorni della mia vita. Così tanti che perdo il conto degli anni, figuriamoci i giorni.
Brutti, belli, felici. Nella loro diversità, tutti uguali. Nella loro eccezione, tutti regolari.
Nella loro particolarità, tutti normali.
Cos’è la normalità però senza la mamma?
Cos’è la regola senza la mamma?
Non c’è! Tutto è crudelmente come natura vuole. Natura vuole che mamma non deve soffrire la morte di un figlio. Nella contorta concezione razionale della morte, un po’ di razionale umanità.
Questa è la prima regola della morte, che regole non ha! Questa sia l’unica ragione per placare il dolore che si prova se la regola prima della morte viene rispettata.
La morte però sa essere crudele più di se stessa.
Viene e non t’avverte.
Non aspetta. Non si fa aspettare.
È l’unico appuntamento al quale non puoi tardare o mancare.
Come si presenta non gliene importa nulla. Devi andare. Io che resto giudico come, tu che vai nemmeno lo sai. Ma domani è un altro giorno. È uno dei tanti gia vissuti ma è il primo senza te.
La normalità non è più normale adesso.
Ogni giorno è l’eccezione di una regola che non c’è più. Salta la catena di montaggio della vita di chi resta e rimetterla a posto impiega tempo. Ma il tempo ci è amico. Ha la cura a tutti i mali. Il rimedio a tutto. Tranne alla morte. Sarà forse la morte il rimedio di tutto?