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L’articolo 18 è come la minigonna, ogni tanto torna di moda ma non tramonta mai. Ormai sindacalisti, ministri e confindustriali vari, se non si sciacquano la bocca con questo articolo 18, sembra non riescono a dare un senso al loro mandato. Eppure in sostanza, spremuto e strizzato come uno straccio per pavimenti, l’articolo 18 sancisce una regola sacrosanta del mercato del lavoro: impossibilità di licenziamento senza giusta causa. Il problema però, sta proprio in queste ultime parole: mercato del lavoro. Al mercato si sa, regole non ce ne sono. Fino a quando c’è chi compra, ci sarà sempre qualcuno che vende, a prescindere dal prezzo. Allora come si fa a parlare di lavoro e di mercato allo stesso tempo? Non si può! La cosa che però stupisce è il valore che viene dato all’articolo 18. Sembra che l’intero sistema economico-finanziario-industriale si regga sulla libertà di licenziare. Di fare del lavoratore carne da macello… come se già non lo fosse abbastanza. Assumere e licenziare senza motivo. Basterebbe una semplice antipatia e perdi il posto. Oppure, con un datore di lavoro alla berlusconi, che al posto del cervello ha il ricordo di un pisello funzionante, basterebbe rifiutarsi alle avance del dirigente e sei di nuovo disoccupata. O semplicemente basterebbe sposarsi o peggio ancora, rimanere incinta e sei fuori dal mercato. Ecco che la modifica dell’art. 18 porterebbe indietro l’Italia di 40 anni, quando le donne dovevano scegliere tra famiglia o lavoro e questa scelta era obbligata per legge. Oppure semplicemente per vendere il posto di lavoro al migliore offerente… ci si dovrebbe meravigliare? No di certo visto che in Italia più di 6 imprese su 10, assume per relazioni dirette o segnalazioni di conoscenti. Non si capisce perché allora, il ministro che ha pianto prima di annunciare sacrifici per tutti gli italiani, non ha pianto quando ha dichiarato che non esistono tabù, nemmeno per il famoso articolo 18. Adesso le dichiarazioni sembrano essere state ritrattate ma quello che scandalizza, purtroppo mai abbastanza, è che sia stata solo pensata una cosa del genere. Questo è solo un altro segnale non recepito di quanto siano fuori posto i banchieri che ci governano adesso. Gòli scienziati della finanza, creatori della manovra salvaitalia, quelli che guadagnano in un’ora quello che un operaio guadagna in un mese, quelli che non sanno quanto costa un litro di latte, quelli che regalano stock-options per i 18 anni dei loro figli. Quelli che si commuovono prima di pronunciare la arola “sacrificio”. Quelli che, forse, non è commozione ma vergogna per non saperne il vero significato.

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