Ricottato Mi sembra già di sentirli 3 o 4 fascistotti, 2 o 3 lacchè del padrone o semplicemente un Lupi, un Cicchitto urlare alla violazione della privacy del premier. Anche se la privacy violata è stata quella di un certo Ceron Caceres, un cittadino peruviano che forse non sa di possedere una scheda sim della wind. Allora Ceron Caceres, per voce di un certo Silvio berlusconi, cittadino italiano, e per sfortuna dei quali concittadini, anche loro premier, confida all’amico Lavitola, direttore dell’Avanti, giornale storicamente socialista con passato craxiano, possessore di una sim panamense, di essere stufo dell’Italia e che “tra qualche mese vado via, me ne vado da questo paese di merda”. Dove possa andare non si sa, ma si presume che il verbo più appropriato sarebbe “scappare” e di certo non va via perché il paese che governa è un paese di merda, ma solo perché il paese che governa alla fine tirerà fuori la testa dalla merda di cui proprio quel Silvio berlusconi ci ha ricoperto. Basti pensare alla considerazione che hanno di lui due delle testate economiche più importanti del mondo, il Financial Times e l’Economist, che ormai si riferisce al nostro premier col soprannome di “the Jester”, il giullare… il buffone. E allora mi sembra di sentire il Lupi o il Cicchitto. Giornali comunisti, come la merda da cui vuole scappare, anch’essa comunista. Stava scherzando. Come quando ha fatto le corna nella foto ufficiale del G8. Quando ha chiamato Kapò il tedesco al parlamento europeo, il cucù alla Merkel imbarazzata, l’”Obama Obama” urlante come fosse una Ruby qualunque davanti allo stupore della regina Elisabetta, la descrizione del quadro del Parnassio come il bunga-bunga dell’800, la bandana in Sardegna con Blair, il pene scoperto del premier ceco nelle foto censuerate in Italia, la nipote di Mubarak, le barzellette e le imprecazioni e tutte le altre volte che ci ha fatto vergognare davanti al mondo e che adesso non mi vengono alla mente. Mi sembra di sentirlo quindi, Cicchitto che accusa questa sinistra di cospirazione e la magistratura di essere comunista, e di esserlo nel processo Ruby, quello Mondadori, quello Mills, quello per prostituzione e concussione, quello per le tangenti alla guardia di finanza ecc ecc. Stava scherzando. Ecco il problema, il nostro premier scherza troppo. A volte anche col fuoco e finalmente le scottaure cominciano ad essere evidenti (solo ai comunisti). Il nostro premier scherza così tanto che ha comprato l’Italia e ne ha fatto lo scherzo del mondo. Scherza così tanto che non ha mai avuto il tempo per amministrarlo. Scherza così tanto che prma o poi sarebbe accaduto quello che non dovrebbe mai accadere ad un premier: essere ricattato. In questi casi dovrebbe essere destituito d’autorità. Mandato a casa fino a prova contraria. Fino a quando, cioè, la magistratura non ne ha dimostrato l’innocenza. Non è in gioco la reputazione di un singolo cittadino ma l’efficienza di un intero stato e di conseguenza la sorte del suo popolo. In questi casi, e solo in questi, dovrebbe prevalere la presunzione di colpevolezza perché questa presunzione ricade su un intero popolo e non su una singola persona. Un individuo ricattato e/o ricattabile, è un individuo razionalmente instabile e inaffidabile. Per questo il popolo di qualsiasi stato meriterebbe di essere garantito da quesdta eventualità e l’Italia, costituzionalmente, ha la fortuna di prevedere organi in grado di assumersi questa responsabilità. Gli Italiani non meritano tutto questo. Non meritano berlusconi. Non lo meritano nemmeno i suoi sostenitori. Non lo meritiamo e adesso non possiamo proprio permettercelo, perciò, se davvero pensa di andarsene, aiutiamolo a decidere in fretta. Mettiamo sul piatto il condono di tutte le sue malefatte purché vada finalmente via. Non vogliamo vederlo nemmeno più dietro le sbarre, tanto l’età e la ragione non glielo permetterebbero comunque. Vogliamo vederlo fuori dall’Italia e, possibilmente, non vogliamo vederlo affatto. Speriamo che quella frase pronunciata al cellulare “tra qualche mese vado via da questo paese di merda”, sia il preludio della nostra salvezza.