Anche i proverbi ci vogliono costringere a modificare. Dopo aver messo il naso in tutti gli angoli della vita privata di ogni famiglia, dalle regole sul sesso a quelle dell’educazione dei nostri figli, la chiesa, e il papa in persona, adesso ci impone di riscrivere anche i proverbi.
E già… “morto un papa se ne fa un altro”. Il problema è che il papa non è morto ma se ne deve fare un altro. Non è che uno vuole per forza la morte del papa per godersi un conclave, ma se la regola dice che per fare un papa ne deve morire uno, allora aspettiamo che muoia.
Il fido pastore tedesco, però, visto che nessuno lo avrebbe mai ricordato, o lo avrebbe ricordato solo per gli scandali dei preti pedofili e per quelli finanziari dello IOR, ha pensato bene di dare finalmente un tocco di liturgica ipocrisia al suo “mandato”: il papa si dimette!
Ma per piacere… ma come… il papa si dimette? Ma non è mica una carica politica? Ma non è mica un mandato che ti danno i comuni mortali?
Un Presidente del Consiglio si può dimettere, un deputato si può dimettere, un consigliere comunale, un amministratore di condominio forse, un Presidente della Repubblica ma non certo un papa, il cui mandato, è una investitura divina dei cardinali guidati dalla mano celeste dello Spirito Santo.
Insomma, sei il successore dell’apostolo Pietro, non un coglione qualunque. Il tuo mandato, c’è scritto sul vangelo, ti è stato conferito direttamente da Cristo. E in quale girone dell’inferno verrà collocato il papa dimissionario? Insieme ai suicidi? Insieme ai divorziati? Insieme agli scomunicati?
Eppure la parola papa deriva dal greco pàppas, letteralmente tradotto come padre. È come se anche io, oggi, scrivessi ai miei figli una bella lettera di dimissioni: egregi componenti del mio stato di famiglia, è nel pieno delle mie facoltà mentali, che a partire dal giorno 28 febbraio 2013, verlo le ore 20.30, prima della partita di champions, rassegno le mie dimissioni da capofamiglia e da padre. Per le eventuali giustificazioni a scuola attaccatevi al tram. “signora maestra, io non ho fatto firmare la giustificazione per l’assenza perché mio padre si è dimesso”.
Ma io da una persona così, una lezione sulla famiglia proprio non l’accetto, con tutti i difetti che la mia famiglia può avere.
E allora nel sistema c’è una falla. Andiamo a vedere dove sta. Il papa si dimette per mancanza di forza fisica e spirituale. Ma il papa è papa grazie al mandato divino dello Spirito Santo. Ma se lo Spirito Santo è Dio e Dio è lo Spirito Santo, allora qualcuno ha commesso un errore madornale. Il papa è palesemente un umano, e quindi l’errare è insito in esso, ma Dio ci poteva pensare un po’ in per tempo prima di illuminare i cardinali in direzione Ratzinger. Un po’ come accadde quando concesse ad Adamo le chiavi dell’Eden.
Sarà forse tutto riconducibile al fatto che Dio non esiste?
Evidentemente la croce è diventata troppo pesante, e per la buona pace di tutti i bigotti fondamentalisti, che adesso ricorderanno il papa Ratzinger come il papa del grande gesto visto che non sarebbe stato ricordato per altro, abemus due papi!
- Tags: dimissioni papa, Ratzinger